"profondamente_superficiale"
personale di Vincenzo Mascoli
a cura di Alexander Larrarte e Giuliana Schiavone
Castello Aragonese - Otranto
dal 27 maggio al 30 settembre 2012
inaugurazione: 26 maggio ore 18.00
evento collaterale: "Andy Warhol. I want to be a machine"
- Summer Pop -
progetto e coordinamento generale: Raffaela Zizzari
CoArt gallery corato
"A deeply superficial
person"
A. W.
Ebbene, siamo di fronte a una poetica
creativa profondamente superficiale, che indaga la terra emersa e visibile
delle cose, che ne accoglie l'autentica apparenza, anziché rinnegarla o
ignorarla, perché non sempre occorre andare "oltre" una data linea di
confine, topica o concettuale, per dare una forma estetica e critica al proprio
tempo. Le cose sono lì, allineate in
superficie, autenticamente contraddittorie. Un'idilliaca e rassicurante
resa estetica e stilistica del mondo, non avrebbe senso di esistere in una
dimensione artistica come quella di Mascoli, che accoglie la tesi
dell'autentica superficialità del mondo, che la manipola e costantemente
dichiara col proprio personalissimo linguaggio. Stratificazioni di cromatismi e
matericità su cui s'innesta, densa e plastica, la linea, generando ora forme
umane che s'adagiano irrequiete in sembianze tese e provvisorie, o s'avvolgono
in sequenze estetiche, istantanee corali, immediate e consequenziali, di storia
individuale e collettiva. E proprio dall'accurata osservazione dell'innegabile
superficialità del reale, delle disordinate attitudini culturali ed emotive
della spessa litosfera del contemporaneo, della sua frenetica e indifferenziata
materia urbana, la gestualità dell'artista ritaglia frammenti di volti e
identità precarie estraendole dall'immaginario semantico collettivo e
quotidiano, e contaminandole spesso con riferimenti al mondo del mito o della
propria memoria soggettiva. L'irruente
tensione dell'umano può così esplodere in schegge di densità cromatica e
lineare, testimoniando tutta la contraddittorietà del tempo in cui siamo
"emersi". Incontenibili sembianze dell'essere, vagano senza sosta in
un magma di pulsioni, tra aneliti a esperienze di intersoggettività e ricerche
di precari punti fermi interiori, e si allineano sulla superficie del mondo
affinché l'occhio dell'artista scelga una forma di vita provvisoria in cui
possano esistere. E proprio in quell'articolata superficie vanno colte le cose,
in tutta la loro apparenza percettiva, perché l'uomo resta animale sociale e
l'essere è proprio lì, nella terraferma del visibile che si manifesta. L'essere
è profondamente superficiale.
A
DEEPLY SUPERFICIAL PERSON of Vincenzo Mascoli
We are in front of a
deeply superficial creative poetics investigating the above sea level visible
ground of things, accepting the authentic appearance, instead of denying or
ignoring it. This happens because it is not always necessary to go “beyond” a
given boundary line, topic or concept, in order to give an aesthetic and critical
shape to our own time. Things are there lined on the surface, really
contradictory. An idyllic and reassuring aesthetic and stylistic representation
of the world would not have reason to exist in the artistic dimension of
Mascoli, which respects the theory of authentic superficiality of the world,
manipulating it and constantly using its own very personal language. The tick
and plastic line is grafted on levels of chromatisms and materiality and here
this allows the presence of restless human beings with extended and
temporary positions or aesthetic scenes, forthcoming and consequential
snapshots of collective and individual history. Starting from the careful
observation of the undeniable superficiality of real, of the disordered
cultural and emotional attitudes of the tick lithosphere of contemporary, of
its frantic and undifferentiated urban matter, the gestural expressiveness of
the artist cuts fragments of faces and unstable identities extracting them from
the semantic collective and everyday imaginary, and often influencing them with
references to the world of myth or the own subjective memory.
The vehement tension of
human being can so explode in splinters of chromatic and linear density,
proving all the inconsistency of the time where we came out. Uncontainable
appearances of being go around with no rest in a chaos of drives, between
longings to experiences of inter-subjectivity and researches of unstable
interior fixed points; they line up on the surface of the world so that the
artist’s eye chooses a shape of temporary life where they can exist. In this
articulated surface, things have to be understood in all their perceptive
appearance, because man remains a social animal and the human being is right
there, it expresses itself in the dry land of the visible. The human being is
deeply superficial.
By Giuliana Schiavone e
Alexander Larrarte