lunedì 28 maggio 2012

"profondamente_superficiale"evento collaterale: "Andy Warhol. I want to be a machine"


"profondamente_superficiale"
personale di Vincenzo Mascoli
a cura di Alexander Larrarte e Giuliana Schiavone
Castello Aragonese - Otranto
dal 27 maggio al 30 settembre 2012
inaugurazione: 26 maggio ore 18.00
evento collaterale: "Andy Warhol. I want to be a machine"
- Summer Pop -
progetto e coordinamento generale: Raffaela Zizzari
CoArt gallery corato
"A deeply superficial person"
A. W.
Ebbene, siamo di fronte a una poetica creativa profondamente superficiale, che indaga la terra emersa e visibile delle cose, che ne accoglie l'autentica apparenza, anziché rinnegarla o ignorarla, perché non sempre occorre andare "oltre" una data linea di confine, topica o concettuale, per dare una forma estetica e critica al proprio tempo. Le cose sono lì, allineate in superficie, autenticamente contraddittorie. Un'idilliaca e rassicurante resa estetica e stilistica del mondo, non avrebbe senso di esistere in una dimensione artistica come quella di Mascoli, che accoglie la tesi dell'autentica superficialità del mondo, che la manipola e costantemente dichiara col proprio personalissimo linguaggio. Stratificazioni di cromatismi e matericità su cui s'innesta, densa e plastica, la linea, generando ora forme umane che s'adagiano irrequiete in sembianze tese e provvisorie, o s'avvolgono in sequenze estetiche, istantanee corali, immediate e consequenziali, di storia individuale e collettiva. E proprio dall'accurata osservazione dell'innegabile superficialità del reale, delle disordinate attitudini culturali ed emotive della spessa litosfera del contemporaneo, della sua frenetica e indifferenziata materia urbana, la gestualità dell'artista ritaglia frammenti di volti e identità precarie estraendole dall'immaginario semantico collettivo e quotidiano, e contaminandole spesso con riferimenti al mondo del mito o della propria memoria soggettiva. L'irruente tensione dell'umano può così esplodere in schegge di densità cromatica e lineare, testimoniando tutta la contraddittorietà del tempo in cui siamo "emersi". Incontenibili sembianze dell'essere, vagano senza sosta in un magma di pulsioni, tra aneliti a esperienze di intersoggettività e ricerche di precari punti fermi interiori, e si allineano sulla superficie del mondo affinché l'occhio dell'artista scelga una forma di vita provvisoria in cui possano esistere. E proprio in quell'articolata superficie vanno colte le cose, in tutta la loro apparenza percettiva, perché l'uomo resta animale sociale e l'essere è proprio lì, nella terraferma del visibile che si manifesta. L'essere è profondamente superficiale.

A DEEPLY SUPERFICIAL PERSON of  Vincenzo Mascoli
We are in front of a deeply superficial creative poetics investigating the above sea level visible ground of things, accepting the authentic appearance, instead of denying or ignoring it. This happens because it is not always necessary to go “beyond” a given boundary line, topic or concept, in order to give an aesthetic and critical shape to our own time. Things are there lined on the surface, really contradictory. An idyllic and reassuring aesthetic and stylistic representation of the world would not have reason to exist in the artistic dimension of Mascoli, which respects the theory of authentic superficiality of the world, manipulating it and constantly using its own very personal language. The tick and plastic line is grafted on levels of chromatisms and materiality and here this allows the presence of  restless human beings with extended and temporary positions or aesthetic scenes, forthcoming and consequential snapshots of collective and individual history. Starting from the careful observation of the undeniable superficiality of real, of the disordered cultural and emotional attitudes of the tick lithosphere of contemporary, of its frantic and undifferentiated urban matter, the gestural expressiveness of the artist cuts fragments of faces and unstable identities extracting them from the semantic collective and everyday imaginary, and often influencing them with references to the world of myth or the own subjective memory.
The vehement tension of human being can so explode in splinters of chromatic and linear density, proving all the inconsistency of the time where we came out. Uncontainable appearances of being go around with no rest in a chaos of drives, between longings to experiences of inter-subjectivity and researches of unstable interior fixed points; they line up on the surface of the world so that the artist’s eye chooses a shape of temporary life where they can exist. In this articulated surface, things have to be understood in all their perceptive appearance, because man remains a social animal and the human being is right there, it expresses itself in the dry land of the visible. The human being is deeply superficial.
By Giuliana Schiavone e Alexander Larrarte

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